“ANIMALI DA BAR” – CARROZZERIA ORFEO AL PICCOLO ELISEO
C’era una volta una metropoli.
Dentro la metropoli un quartiere.
Dentro al quartiere, il bar.
“Animali da bar” – spettacolo vincitore del Premio Hystrio Twister 2016, in scena dal 15 al 20 gennaio con la regia Tedeschi-Di Luca-Setti con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi – è il secondo tassello che Carrozzeria Orfeo incastra nella programmazione del Piccolo Eliseo di Roma. Dopo “Cous Cous Klan”, arriva il racconto del bar degli ultimi, quello al margine di una qualsiasi e buia periferia di città, dove c’è il solito via vai, sempre lo stesso. Stessa storia, stesso posto.
Un vecchio e malato proprietario – di cui udiremo sulla scena solo la voce possente che appartiene ad Alessandro Haber – Mirka, la barista ucraina, che affitta il suo utero per racimolare denaro, interpretata da una decisa e straordinaria Beatrice Schinos, Swarovski, uno scrittore alcolizzato e sconclusionato, e ancora un pacifista buddista maltrattato dalla moglie, il proprietario di un’azienda funebre per animali di mezza taglia e un giovane ladro, depresso che tenta costantemente il suicidio. Un quadretto bizzarro e spietato – che si muove su una scenografia semibuia, dove gli unici elementi sono il lungo bancone di un bar e un orinatoio – che si insulta, a tratti si aiuta ma che inevitabilmente finisce per entrare in un meccanismo di avida e arida compravendita, dove non c’è rispetto né della vita né della morte e dove il risultato continua inevitabilmente a essere il delirio della loro squallida angoscia esistenziale, senza via d’uscita.
Sorridere amaramente sui mali che ci attanagliano e sui nostri continui fallimenti reali ed esistenziali, scaraventandoci – per redimerci – sui più deboli, senza pietà. È questo l’obiettivo di sempre degli scritti di Gabriele Di Luca, che ci mostrerà il quadro esatto di ciò che stiamo guardando solo nel momento finale. Ma state tranquilli, nemmeno questo servirà a rassicurarci.
Marianna Zito