Andrea Pellicone Van Gogh Project pubblica il secondo album “Something you should know”
“Something you should know” è il secondo concept album di Andrea Pellicone Van Gogh Project per l’etichetta New Model Label, distribuito da Dogma/Metatron, che parla di sentimenti ed emozioni in riferimento al crollo del Ponte Morandi nel 2018. Un lavoro discografico che vuole essere un tributo alle vittime della sciagura, per non dimenticare, attraverso dieci tracce, di cui due versioni in italiano di brani in inglese. Un rock impetuoso e distorto in cui si fa strada la voce di Pellicone, ruvida e sentenziosa, senza fronzoli. Ma andiamo nel dettaglio.
Si inizia con “My Sea is screaming” , brano strumentale, che immerge nei rumori tra campane che suonano e le sirene del porto per poco meno di due minuti, prima di sfociare nel rock del brano vero e proprio, con chitarre distorte e tastiere in riff e virtuosismi fino all’incalzante finale.
“A Summer Joke” inizia con il rumore del mare, di un tuffo e di un temporale, mentre una chitarra suona solitaria, a cui poi si aggiunge la voce e successivamente tutta la band, sempre rock, ma in cui spiccano hammond e percussioni oltre alla chitarra protagonista. Il testo dice, nei versi finali: “I quickly shelter my wet face and a sweet child with flowering branches makes fun of me and of my uneasy escape” (mi copro velocemente la faccia bagnata e un dolce bambino con rami fioriti si prende gioco di me e della mia fuga inquieta).
“Romantic dream”, strumentale, è il brano più lungo di tutto il disco, che si compone di quattro parti : la prima inizia con il pianoforte, a cui si aggiungono gli archi, per un’armonia famosissima che prende definitivamente forma quando entra la chitarra elettrica a suonare le note della linea melodica dell’Ave Maria di Schubert. La seconda parte si intitola “Las Olas”, un brano veloce e complesso, che vuole simulare il movimento imprevedibile delle onde. “Dance Macabre” è invece la terza parte, una rivisitazione rock del brano di Camille Saint Saens, e infine “Misshape”, virtuoso e ipnotico, con diversi cambi di tempo e velocità.
Si prosegue poi con “Dirty money”, che parte con il rumore dell’acqua che scorre, un gallo che canta e poi uno scoppio, prima che la musica parta, malinconica. I versi dicono “easy money soaked in blood and empty souls sold to Satan, hate grinds hearts and lacerates just burned souls” (i soldi facili impregnati di sangue e anime vuote vendute a Satana, l’odio macina i cuori e lacera le anime appena bruciate). La vera regina del brano è la chitarra elettrica che esalta il pathos del brano.
“Rising to light” alterna momenti di inquieto rock a momenti di calma, in cui le parole trovano spazio, incoraggiando verso un cammino che incute timore “follow me, take my hand, we are going to Heaven, don’t be afraid to leave things” (seguimi, prendimi la mano, stiamo andando in cielo, non avere paura di lasciare le cose).
“Song for Caterina” inizia con il rumore del mare e il pianoforte, creando una ballata dolce, che si sviluppa in modo insolito e fondendo la ritmica del piano all’assolo di chitarra: “beauty reflections under white clouds, painting sky to steal your eyes” (riflessi di bellezza sotto nuvole bianche, dipingendo il cielo per rubare i tuoi occhi).
“L’infinito” è la versione rock della poesia di Leopardi, che inizia citando l’inno nazionale per poi stabilirsi altrove, con sottofondo delle onde del mare e un ritmo veloce.
“Dancing on the clouds” inizia con un tappeto di tastiera e il pianoforte, una ballad scorrevole, con una metrica serrata nel testo, che parla di disabilità, trapianti, ricordi, momenti di vita e, in particolar modo, la lista con i nomi delle vittime del ponte Morandi. La traccia successiva, “Ballando sulle nuvole” ne è la versione con testo in italiano, di grande impatto.
“Caterina”, che chiude l’album, è la versione in italiano di “Song for Caterina”, che conferma la potenza del testo in italiano rispetto a quello in inglese.
Nel complesso un album graffiante, che punta all’effetto emotivo del suono più che alla melodia, riuscendoci.
Roberta Usardi
https://andreapelliconevangoghproject.bandcamp.com/