Andrea Baracco porta il suo “Otello” al femminile al Teatro Carcano di Milano
Il Teatro Carcano di Milano, per pochi giorni, dal 25 al 30 ottobre, ospita “Otello”, una produzione del Teatro Stabile Dell’Umbria con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli: la regia è di Andrea Baracco e il cast è tutto al femminile.
Una scelta curiosa e interessante, specialmente se si pensa che all’epoca di Shakespeare le donne non potevano recitare e le parti femminili erano affidate agli uomini. Quindi perché non fare l’esatto opposto? Una volta definiti i personaggi, cosa cambia se a interpretarli sono uomini o donne?
“Otello” è l’opera che rappresenta il tema della gelosia per eccellenza, portata all’estremo, e di conseguenza, alla distruzione. L’opera da il nome alla “vittima” principale, più che al protagonista: un uomo dalla pelle scura, chiamato “il moro”, che cade nella trappola di Iago, “il feroce, bugiardo, implacabile marinaio” che gli mette nell’orecchio il tarlo della gelosia. E, si sa, la gelosia, se istigata nel giusto modo, fa presto a diventare ossessione. E così Otello, così coraggioso, così forte, viene corroso da un dubbio, fino al punto di uccidere Desdemona, la sua amata moglie, accusata di adulterio.
“Otello” viene portato in scena fin dai primi anni del ’600, ma siamo davvero sicuri che la storia del moro sia andata così? È questo il nuovo tarlo che viene messo nell’orecchio del pubblico. E a farlo è Federica Fracassi, entrando in sala e percorrendo la platea di lato, fino ad arrivare davanti al palco. Lì si volta guarda bene il pubblico davanti ai suoi occhi. Le luci sono ancora accese. L’attrice saluta ed esorta gli spettatori non solo a prestare attenzione a ciò che succederà in scena, ma anche a pulirsi gli occhi dalle convenzioni, per poter avere un quadro imparziale del tutto.
“Questa storia ci riguarda, i ruoli vi puliranno gli occhi, lasciate che noi vi accompagniamo.”
Perché “la verità fuoriesce solo quando è raccontata dal falso”, nonostante sia tutto finto. E proprio perché indotti a pensare che forse, nei secoli di rappresentazioni qualcosa è sfuggito, si presta ancora più attenzione alla storia che molti già conoscono bene.
Un cast d’eccezione, quello diretto da Andrea Baracco che da prova del fatto che, se si guarda con occhi lontani da convenzioni e pregiudizi, non vi è alcuna differenza con un cast in cui i ruoli maschili vengono interpretati da uomini e quelli femminili da donne.
Federica Fracassi è semplicemente magnifica nei panni di Iago, così come convince e avvince l’Otello di Ilaria Gianatiempo. Ottima la sinergia con il resto del cast, ineccepibile, che comprende, oltre alle due attrici già menzionate, Cristiana Tramparulo, Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Francesca Farcomeni, Federica Gresco, Viola Marietti.
Le arcinote vicende risuonano in una nuova veste, grazie alla traduzione e drammaturgia di Letizia Russo, che utilizza un linguaggio senza fronzoli, al passo coi tempi correnti, lasciando ben poco spazio all’immaginazione. Non mancano i momenti di intrattenimento selvaggio, coadiuvato dal ritmo travolgente dei Tiger Lilies (“Stay away from him”).
Lodi alle scene di Marta Crisolini Malatesti e ai costumi di Graziella Pepe, che hanno ben identificato ruoli e personaggi con grande semplicità. Azzeccate anche le luci di Simone De Angelis e le musiche di Giacomo Vezzani.
Uno spettacolo davvero perfettamente riuscito.
Roberta Usardi
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