Analisi del corpo femminile: siamo madri, mostri o macchine?
“Madri, mostri, macchine” (Castelvecchi Editore, 2021, pp.121, euro 14,50) è una raccolta di due saggi a opera della filosofa femminista Rosi Braidotti. Nel libro, curato da Anna Maria Crispino – che scrive anche la postfazione – si affronta un tema spesso dibattuto nel corso degli anni, ovvero il corpo femminile. Edito per la prima volta nel ’96, all’alba del cyber-femminismo, viene riproposto nel 2021 in una nuova versione da Castelvecchi.
L’autrice, già allora sostenitrice della tecnologia digitale – da molti criticata – ha sempre visto di buon occhio il fenomeno e anzi, auspicava affinché l’universo tecnologico fosse sempre più occupato da donne. Eppure, quel mondo così affascinante e per molti versi rivoluzionario è destinato a cambiare e a cambiarci profondamente e velocemente tanto che, insieme agli aspetti positivi, aumentano anche le preoccupazioni rispetto alle ripercussioni che la tecnologia ha avuto a livello economico e sociale. La Braidotti, in quello che lei stessa definisce un case-study, si interroga su quale sia la relazione tra corpo e tecnologie. Le biotecnologie e le tecniche di procreazione artificiale, in particolar modo, hanno trasformato il nostro essere “madri” e hanno contribuito a creare nuovi mostri artificiali, già contemplati innumerevoli volte nei film e libri di fantascienza. I due saggi lasciano ampio spazio alla riflessione su come il corpo femminile sia stato considerato in passato e come oggi venga letto da una società completamente pervasa dalla tecnologia.
Un libro breve ma intenso dunque, la cui lettura ha bisogno di tempi lunghi per essere compresa e metabolizzata, soprattutto da chi è distante dal linguaggio filosofico che l’autrice ha utilizzato e reso ancor più difficoltoso dai numerosi riferimenti filmografici e letterari presenti nel testo.
Sara Pizzale