“Amore e Griffonia”: parole e sbalzi d’umore di Federico Riccardo
Abbiamo vissuto momenti fermi. Un’immobilità forzata che ha cambiato le nostre vite, spostando anche il nostro sguardo e il nostro pensiero da ciò che è fuori a ciò che è dentro. Ma non solo dentro le case, anche all’interno di noi stessi. E allora è stato necessario prescrutare e, al tempo stesso, ascoltarci. Magari anche con l’aiuto dei semi di griffonia…
Così “Amore e Griffonia” (2022, pp. 84, euro 10.30) di Federico Riccardo sguinzaglia parole – umoristiche e reali – di quotidianità, dette e non dette. Scontate e non. Sensazioni, umori ed emozioni. Informazioni da immaginare, sapere e fare – “Però me lo potevi dire/dire cosa?” – e situazioni di cambiamento. C’è poi l’amore, ci sono i gesti ordinari e quelli straordinari, ci sono il sogno e l’immaginazione, quello che abbiamo fatto e quello che faremo. E lì dove ci si perde arriva, al mattino, la griffonia.
“Mi chiamavi Griffonia/ed era amore a colazione/l’idea più dolce/la bomba atomica.”
Non mancano la nostalgia e i ricordi – “Ti cerco nelle briciole/ti cerco nei fondi di caffè/ti cerco nell’alito notturno/ti cerco nel mio frigorifero” – che tornano di notte e ci tengono svegli, mentre fuori c’è una “La città è morta./Sembra quasi agosto/non ci trovi niente e nessuno/nemmeno me”.
Il bellissimo disegno in copertina della raccolta “Amore e Griffonia” è di Dobber – @dobsart – e materializza in immagine i protagonisti di queste parole, abbracciati l’uno all’altra mentre, alle loro spalle la città brucia.
Marianna Zito