AMERICAN BUFFALO è ora al Franco Parenti di Milano!
La scena del Teatro Franco Parenti è aperta e mentre il pubblico prende posto si sofferma già a sbirciare tra gli oggetti del negozio di un rigattiere: biciclette, lampadari, radio e tanti altri. Tutti siamo dentro a quel negozio, la porta di entrata/uscita e le vetrine sono lì, sul palcoscenico.
Siamo a Napoli e assistiamo alla scena tra il rigattiere Don e un ragazzo che lo aiuta in qualche lavoro, il linguaggio è diretto e composto da un misto di napoletano, italiano e inglese. Arriva poi “il professore” un compagno di poker di Don, che origlia una conversazione tra gli altri due e che ne risulta essere molto interessato. Il rigattiere qualche giorno prima aveva venduto a un collezionista una moneta americana con la testa di un bufalo sopra, per la quale gli è stata offerta una somma di ben centoottanta euro. E da lì si è chiesto se magari potrebbe valere molto di più e decide di andarsela a riprendere, facendo intanto controllare la casa dell’acquirente dal ragazzo. Ma il professore ci mette lo zampino e persuade Don a lasciare fuori il ragazzo dalla storia e di far fare il colpo a lui.
È una storia di amicizia, affari, fedeltà e bugie in una società dove, per un obiettivo a volte si può soprassedere ai sentimenti e i sotterfugi sono sempre dietro l’angolo. È anche la storia di un fallimento, la storia di come i rapporti possano cambiare in base a uno scopo o, in questo caso, in base a una piccola moneta che, forse, potrebbe valere molto, ma questo non è un dato certo. Basta un’idea o un desiderio immaginario a smuovere l’uomo verso mete folli e senza senso e che coinvolgono, infine, tutto il mondo circostante.
Bravissimi gli attori Marco D’Amore, Tonino Taiuti, Vincenzo Nemolato nel loro ritmo sempre inlcalzante (e intermezzi rock and roll) per il testo complesso e a tratti eccessivamente lento dell’americano David Mamet. La regia, firmata da Marco D’Amore, e l’adattamento di Maurizio di Giovanni hanno saputo sorvolare l’ostacolo in novanta minuti, regalando anche svariati momenti di delizioso umorismo.
Al Teatro Franco Parenti di Milano fino a domenica 10 dicembre.
Roberta Usardi
Foto di Bepi Caroli