“Allumette” – l’adorabile denuncia sociale di Tomi Ungerer
“Allumette” di Tomi Ungerer è una orfana e vestita di stracci, sempre gli stessi in ogni stagione, che girovaga per la città per vendere fiammiferi, rievocando e omaggiando la nostra amata piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen. Nelle abitudini della quotidianità e soprattutto alla vigilia di Natale, i passanti nemmeno si accorgono di lei e, se lo fanno, è solo per buttarle addosso offese mischiate a tutta la loro borghese frustrazione. Afflitta e stremata, Allumette, accende il suo ultimo fiammifero, per invocare aiuto e proprio qui Ungerer svolta dalla storia di Andersen perché finalmente, qualcuno ascolta la piccola fiammiferaia e avvera i suoi desideri. Arriva una tempesta, una manna dal cielo e, improvvisamente, tutto cambia. Il mondo cambia. E i poveri, grazie ad Allumette, non saranno più così poveri.
Con “Allumette” (Camelozampa, pp. 40, euro 16, traduzione italiana di Sara Saorin) il maestro franco alsaziano Tomi Ungerer (che ci ha lasciato poco meno di un anno fa) racconta – sin dal 1964 – una storia di amore, solidarietà e riscatto sociale descrivendo e sollevando una critica alla povertà, all’indifferenza e alla società consumista del fiorente secondo dopoguerra. Ci troviamo di fronte una bambina che lotta contro il proprio destino e influenza il corso degli eventi innescando un vero e proprio cambiamento sociale e politico, definendo così un’immagine negativa di quel mondo adulto che l’ha rifiutata e allontanandosi persino dallo spirito accogliente delle feste natalizie, ma che lei non esita nemmeno un istante a redimere, inserendo tutti nella sua operazione umanitaria e concedendo loro una seconda possibilità.
Oltre ad Andersen, con “Allumette” Tomi Ungerer rende omaggio ai fratelli Grimm e alla satira di Ambrose Bierce. Le tavole hanno una forte influenza espressionista e le immagini si allontanano dallo stile fiabesco per bambini per richiamare fortemente i disegni pubblicitari e i fumetti tipici degli anni ‘60. All’interno vi troviamo anche elementi che appartengono all’autore stesso, come la sua foto proiettata dal televisore volante e, nell’ultima tavola, il suo lungo cappello col nastro che vola via.
Leggete e sfogliate questo libro per ricordarvi di Tomi Ungerer, per non dimenticare il passato e per imprimerlo nel presente e soprattutto per guardare con uno sguardo diverso e più profondo verso il futuro. Ringraziamo la scelta e la cura di Camelozampa, che ci ha dato la possibilità di conoscere e poter sfogliare ancora l’opera di questo tanto compianto e amato maestro.
Marianna Zito