All’Off/Off Theatre di Roma va in scena “The Prudes”
In scena dal 16 al 28 Aprile 2019 presso l’Off/Off Theatre di Roma lo spettacolo “The Prudes” di Anthony Nielsen con la regia di Gianluigi Fogacci e interpretato dallo stesso Fogacci e da Carlotta Proietti. La traduzione del testo è a cura di Natalia Di Giammarco.
I Prudes del testo sono una coppia affiatata di lungo corso (9 anni dall’inizio della loro storia tra i quali 6 di convivenza) che non consumano carnalmente il loro rapporto da poco più di 14 mesi. A partire da questa informazione prende il via e si snoda tutto l’arco drammaturgico dello spettacolo. Un uomo e una donna, un compagno e una compagna, una coppia rodata e con molte esperienze comuni alle spalle, che decide di affrontare questa distanza dei corpi e delle menti pubblicamente, di fronte a una platea usata a mo’ di confessionale da ciascuno dei due personaggi che, singolarmente o anche congiuntamente alle volte, raccontano agli spettatori paure e pezzi di vita sepolti e finalmente ricacciati fuori da sé per salvare sia il proprio ménage che la propria persona. Uno spazio minimal riempito da pochi oggetti – un tavolo, 2 sedie, 2 bicchieri da vino, 1 bottiglia – e da tante parole per capirsi, avvicinarsi, confessarsi, ritrovarsi e non perdersi.
Fogacci firma con pochi accorgimenti – luci, movimenti, lettura del rapporto della coppia – una regia che fa della semplicità la sua caratteristica principale e che risulta essere atta a non distogliere lo spettatore dal flusso ininterrotto di parole pronunciate al proprio partner, a sé stessi, ai complici di una sera che siedono in platea. Un’ora durante la quale si attendono dei picchi emotivi raggiunti in una sola circostanza da una Carlotta Proietti generosa, ironica, bisognosa di rinverdire un rapporto ormai inaridito dalla mancanza di passione e che combatte strenuamente e con ogni mezzo per salvare un rapporto destinato a spegnersi in assenza di carnalità. Un’ora in cui ci muove su un terreno scivoloso di un testo che sembra non affondare mai i colpi per rimanere su una superficie apparentemente pruriginosa ma mai davvero coinvolgente. Un’ora di due buone prove attoriali che acchiappano e restituiscono con grossa precisione una dinamica relazionale che sembra non decollare mai.
Giuseppe Menzo