Alla scoperta di Petra con Cristina Cori
Esistono tanti modi diversi di viaggiare – forse tutti ugualmente belli – ma Cristina Cori, autrice di La vita segreta di Petra (Alpine Studio, 2022, pp.232, euro 17,90), sembra conoscerne solo uno: vivere il posto in cui si trova, immergendosi totalmente nella sua cultura. Ancora una volta la Cori ci guida alla scoperta di un popolo attraverso i racconti dei suoi viaggi che per un po’ diventano anche nostri. Va sicuramente riconosciuta all’autrice la capacità di descrivere luoghi e sensazioni in maniera così precisa ed empatica che la lettura diventa un’esperienza immersiva.
E così, di nuovo, come già accaduto per il suo precedente libro “Russia coast to coast in Transiberiana”, il lettore ha la possibilità di fare un viaggio, questa volta tra le strade polverose di Petra, immaginando i suoi colori, sentendo l’odore del thè bollente consumato attorno a un falò, vedendo quei precipizi che si aprono alle meraviglie di una città così distante dal nostro modo di vivere e forse per questo così affascinante. La Petra che scopriamo non si riduce alla maestosità del sito archeologico propinato dai tour operator con le sue tombe nabatee. Petra non è soltanto il caldo colore delle rocce e le impervie stradine attraversate dagli asini. Petra è molto di più. Petra è un mondo antico che pullula ancora di vetuste tradizioni, abitata da popolazioni ancorate al passato e alle regole ferree decise dall’Islam che con difficoltà iniziano ad aprirsi al progresso. Petra è il risentimento tra i Bdoul – i beduini – e i giordani di Wadi Musa. Conoscere la storia di questo luogo è necessario per comprendere le sue dinamiche attuali e per avvicinarsi con meno diffidenza ai suoi abitanti. Troppo spesso, infatti, i beduini di Petra vengono dipinti ai curiosi turisti come persone poco raccomandabili dalle quali è meglio stare alla larga. Conoscere il loro passato, il modo in cui il governo giordano li ha allontanati dalla loro casa, affinché venisse tutelato il sito archeologico, è doveroso per rendere almeno un po’ di giustizia a un popolo a cui spesso non viene concesso il diritto di replica. Oggi i Bdoul vivono fuori Petra ma spesso accompagnano i turisti alla scoperta di quella che, prima di essere una delle sette meraviglie del mondo moderno, era semplicemente la loro Petra.
Cristina Cori ha fatto così: ha rinunciato a visitare la Giordania, i siti più importanti e i luoghi di biblica memoria, per vivere la Giordania, iniziando a vedere quello che spesso è impossibile percepire da semplici turisti. Si è lasciata guidare – e conquistare – da un beduino e tra percorsi poco battuti, feste nelle grotte e notti passate sui tetti ha avuto modo di scoprire quest’angolo di mondo in cui i legami tribali vengono prima del singolo individuo e dove la donna ha un ruolo inaccettabilmente secondario. Un mondo imperfetto ma ammaliante, che infastidisce per quanto sia ancora così ostinatamente retrogrado ma in cui, per molte pagine, è stato bello perdersi.
Sara Pizzale