AL TEATRO TAU DI RENDE VA IN SCENA “SEI” DELLA COMPAGNIA SCIMONE SFRAMELI
Al Teatro Auditorium Unical di Rende per la stagione teatrale 2018-19, il 28 febbraio la Compagnia Scimone Sframeli ha portato in scena “Sei”, rivisitazione dell’opera Sei personaggi in cerca d’autore – capolavoro di Pirandello.
Una irresistibile ironia travolge il pubblico, che risponde entusiasta a un adattamento ben riuscito di una delle opere di Pirandello tra le più importanti. Ad aprire la scena sono gli attori di una compagnia impegnata nelle prove di uno spettacolo che non riesce a debuttare per problemi apparentemente tecnici, che però portano a riflettere sui molteplici problemi che una compagnia teatrale incontra quando a mancare sono elementi fondamentali, come l’ispirazione e la passione. Però i problemi tecnici ci sono davvero e la compagnia, a causa di un tecnico luci spesso assente, resta al buio. Ed è proprio da questo buio che all’improvviso, davanti all’incredulità degli attori, reclamano la scena i sei personaggi (il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, il Giovinetto, la Bambina) i quali, dopo aver spiegato di essere stati rifiutati dal loro autore, chiedono al Capocomico (Spiro Scimone) di scrivere e rappresentare il loro dramma.
E che cos’è il proprio dramma, per un personaggio? Ogni fantasma, ogni creatura d’arte, per essere, deve avere il suo dramma, cioè un dramma di cui esso sia personaggio e per cui è personaggio. Il dramma è la ragione d’essere del personaggio; è la sua funzione vitale: necessaria per esistere. (da Prefazione di Luigi Pirandello in Sei personaggi in cerca d’autore, a cura di Guido Davico Bonino, ed. Einaudi).
L’opera di Pirandello è una commedia tragicomica: il Padre, dopo essersi accorto che la Madre lo tradisce, la caccia di casa e affida il figlio legittimo a una balia. Quando il nuovo compagno muore, la Madre che da lui ha avuto altri tre figli, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina, si trova in gravi ristrettezze economiche. Inizia a lavorare come sarta da Madama Pace, la quale ricatta la Figliastra obbligandola a prostituirsi nel retrobottega della sartoria. In uno di quei programmati appuntamenti organizzati da Madama Pace, la Figliastra è sul punto di unirsi in un rapporto col Padre, ignari l’uno dell’altra. A impedire il fattaccio è l’intervento tempestivo della Madre. Da questo evento ne scaturisce una nuova convivenza. La Madre e i suoi figli si stabiliscono a casa del Padre dove incontrano il Figlio. Ma la tensione è altissima per questa strana improvvisata famiglia allargata, al punto da scivolare in tragedia. I personaggi si raccontano e nella concitazione della lotta disperata che ciascuno fa contro l’altro, raccontano il loro dramma e chiedono alla compagnia di attori di essere rappresentati. Ma gli attori, rigidi nei loro schemi stilistici, non li comprendono e non riescono a rappresentare con la passione necessaria quanto per i personaggi è verità, mentre per loro è solo finzione. In scena il Teatro stesso, il dietro le quinte, la fatica delle prove dove ogni attore incontra i propri limiti. Fallito il tentativo di interpretazione da parte degli attori, i sei personaggi si appropriano del palcoscenico portando in scena loro stessi la propria parte e lasciando agli attori il ruolo di spettatori.
In un intenso susseguirsi di scene tragicomiche noi spettatori restiamo catturati dal dramma che è sì pur già conosciuto nel suo finale sin dall’inizio, ma che resta attrattivo fino all’ultimo istante. Ben istruiti e perfetti tutti gli attori nei loro ruoli di attori (attori) e attori (personaggi). Un fragoroso applauso da parte di un pubblico soddisfatto ha concluso un’altra importante serata proposta dal TAU, sempre attento a portare in città lavori di indiscusso valore.
Letizia Chippari