Al Teatro Martinitt di Milano c’è “L’uomo perfetto”
Il Teatro Martinitt di Milano è un luogo in cui risiede la cultura che si esprime attraverso la ricerca dei migliori talenti. Dopo aver regalato il cinema al quartiere che lo ospita, sta avviando anche un importante e innovativo progetto che si svolgerà completamente all’aperto. Sono oltre 40.000 gli spettatori del 2019 e oltre 2600 gli abbonamenti in 10 stagioni.
“L’Uomo Perfetto” di Mauro Graiani e Riccardo Irrera, per la regia di Diego Ruiz, in scena dal 30 gennaio al 16 febbraio 2020, è un elogio all’ironia che si fa strada anche nei passaggi che dovrebbero essere più drammatici.
Centoventi minuti a tutto ritmo con tre soli personaggi tutti, a loro modo, davvero esilaranti. È la favolosa rossa Milena Miconi a dare il calcio di inizio e che detta i tempi di tutto lo spettacolo. Interpreta Delia, un’attrice ultraquarantenne, diva in decadimento più totale, che racconta in improvvisati versi le sue pene di vita e d’amore mentre si aggira stralunata per la sua stravagante casa da star. Bellissima e dannata, mostra, con genuina ilarità, un’ignoranza surreale che non smette mai di far ridere gli spettatori, neanche durante il suo goffo tentativo di suicidio. Una scena che passa quasi inosservata alla sua manager nonché sorella Maria Eugenia, interpretata da una raffinatissima e credibilissima Nadia Rinaldi. È il personaggio più pragmatico, sempre con i piedi per terra. Molto colta ma costretta a vivere un po’ all’ombra di una sorella ingombrante, più che per fama per capacità di mettersi nei guai. Sono due persone agli antipodi. Lo spettacolo è la storia della quotidianeità di due donne non più ventenni e sole che cercano, in modo diverso, di sbarcare il lunario, in amore come nel lavoro. Due ruoli differenti e abbastanza tradizionali, nonché equilibrati, in uno spettacolo teatrale, seppur con una marcata ironia mai banale e un divertimento spontaneo in più.
Quando tutto sembra destinato a nessun tipo di evoluzione, un uomo entrerà della loro vita. È Roby, ragazzo giovane e aitante, interpretato da un ineccepibile Gianclaudio Caretta. Il ruolo sicuramente più difficile dello spettacolo e per questo molto apprezzato dal pubblico. Roby porterà grandissime novità e stravolgimenti nella vita delle sorelle. Diventerà un importante partner di vita e riuscirà a risolvere le diverse mancanze delle due donne. Sarà capace di condire il suo essere tuttofare con un’ingegneristica ironia. Insomma, è praticamente l’uomo perfetto, come se fosse stato progettato in laboratorio. Quando tutto sembra andare alla perfezione, qualcosa si rompe ma non basterà a togliere il sorriso agli spettatori che, con tante risate, seguono con facilità il filo di una storia semplice ma, in effetti, non scontata. Fino alla fine non si riesce a prevedere come tutto finirà.
È assolutamente da vedere perché, oltre a far ridere, fa molto riflettere sulla superficialità dell’essere umano, sulla necessità di coltivare la propria cultura, lasciando anche spazio a degli orizzonti più ampi sul concetto di etica della modernità. 10 e lode!
Luigi Barbetta