Al Teatro Brancaccio di Roma si danza sulle note de “Il tango del calcio di rigore”
Arriva al Teatro Brancaccio di Via Merulana a Roma “Tango del calcio di rigore”, di Giorgio Gallione, interpretato dai bravissimi Neri Marcorè, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo, affiancati dai giovani Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto. Scene e costumi Guido Fiorato, musiche originali di Paolo Silvestri e luci di Aldo Mantovani. “Tango del calcio di rigore” è una produzione del Teatro Nazionale di Genova.
25 giugno 1978, l’Argentina batte l’Olanda 3 a 1 ed è campione del mondo. 50 mila morti, 30 mila i desaparecidos, un numero imprecisato di arrestati e torturati: un regime che nel silenzio del mondo occidentale, troppo coinvolto nella vicenda politica e geopolitica del mondo degli anni ’70, celebra un mondiale di calcio che deve far dimenticare gli orrori e le tragedie che si svolgono in Argentina alla fine degli anni 70. Accanto allo stadio di Buenos Aires – dove il calcio consuma un rito che può essere magia, favola, epica o tragedia – il lager: nell’Olimpo i dissidenti vengono arrostiti e poi fatti sparire nelle profondità dell’Oceano.
Lo spettacolo va avanti per paradossi e contrasti, tra storie vere e racconti di calciatori mai esistiti, di cui si narrano gesti epici, tra le madri di Plaza de Mayo, antesignane dei girotondi, il mondo grottesco del calcio boliviano e di arbitri corrotti minacciati di morte. Ed è ancora il calcio la metafora di anni volutamente affrescati nei passaggi chiave di una storia in cui sullo sfondo ci sono i narcos, Kissinger, Allende e il brutale regime di Pinochet, Mario Kempes e Carlos Menotti.
Il protagonista è l’ex bambino che ricorda la sua infanzia in cui il calcio era il sogno, ormai consapevole della tragedia. Il mondiale del ’78 in Argentina non va festeggiato, va ricordato. La storia va raccontata, il calcio può nascondere verità scomode, ma può anche svelarne le motivazioni profonde.
In scena al Teatro Brancaccio di Roma fino al 19 gennaio.
Diego Castagno