“AL PRESENTE” DI DANIO MANFREDINI AL TEATRO INDIA
Fino a domenica 3 Marzo al Teatro India, “Al Presente”, spettacolo che valse a Danio Manfredini il premio UBU come migliore attore nel 1999. Dopo aver assistito in questa stessa settimana allo spettacolo “Luciano”, nell’ambito del dittico che il Teatro di Roma ha dedicato al Maestro nativo della provincia di Cremona, quest’ultimo lavoro si installa nell’occhio dello spettatore in una linea di continuità poetica, emozionale, politica. Alla base del teatro di Manfredini una sensibilità e un’attenzione rare alle fragilità sistemiche degli esseri umani che, alla fine, gira e rigira, isolano le persone e le delocalizzano in luoghi popolati solo da vecchie cattive azioni alla quali pare non esserci più rimedio.
In uno spazio completamente bianco in tutte quante le sue componenti, quasi accecante nella propria impeccabile unità, l’Attore /Autore/Regista, accompagnato da un alter ego posticcio ma non per questo privo di una sua precisa energia, racconta un’esperienza manicomiale dura, complicata, reale nella sua multiforme composizione di esperienze diverse. Tramite l’utilizzo di canzoni popolarissime (struggente il momento con “Sally” di Vasco Rossi), proiezioni di diapositive e di schizzi, che catturano e distraggono allo stesso tempo, e strazianti audio di telefonate di madri pentite fino alla disperazione per vecchi errori, il tutto procede in un climax ascendente che si sublima in una performance nella performance dello splendido Artista che, con un parrucca e un’incessante sinuosa danza per il suo pubblico, racconta del personaggio creato, senza mezzi termini, tutta quanta la voglia di vivere e, al contempo, tutto il mal di vivere in quella condizione di morte consapevole da scontare, quando invece i giorni davanti a sé potrebbero essere molti e, si vorrebbe, felici ma che, così, altro non sono che un’insopportabile condanna.
Lo spettacolo comincia e finisce nella luce e sembra quasi che, nonostante la sua più che ventennale esistenza, questo stesso potrebbe rappresentare il punto iniziale e finale di un’approfondita analisi che il Teatro italiano è tenuto a fare continuamente, per non dimenticare il ruolo che è chiamato a ricoprire nel tessuto sociale odierno.
Giuseppe Menzo
Foto di Umbero Costamagna