Al Cantiere Florida di Firenze la spiazzante bellezza di Frame
L’opera teatrale Frame di Alessandro Serra, in scena al Cantiere Florida di Firenze il 20 e il 21 febbraio, è uno spettacolo coraggioso, innovativo e ambizioso, ispirato all’universo pittorico dell’artista statunitense Edward Hopper, lo stesso universo che in passato aveva ispirato scenografie e ambientazioni da Lynch ad Antonioni senza però mai giungere a frammentare i dipinti dando a essi forma e movimento.
I personaggi sulla scena, Francesco Cortese, Riccardo Lanzarone, Maria Rosaria Ponzetta, Emanuele Pisicchio e Giuseppe Semeraro escono dalla tela nella quale sono rinchiusi nella loro immobile solitudine, figurine bidimensionali come ritagliate da un catalogo di vendita per corrispondenza, e si ripropongono nella realtà del palcoscenico in pose plastiche, armoniche, silenti e nel movimento scenico la loro azione risulta volutamente rallentata da riportarli alla staticità della tela. I dipinti di Hopper fanno pensare a un Rinascimento dimenticato con i cieli immobili e azzurri che sembrano ripetere i cieli dorati, i personaggi lontani, assenti, impegnati o persi nei loro pensieri in luoghi che sono nessun posto, strade desolate, palazzi come quinte di teatro, facciate da set cinematografico, vite senza clamori immersi in un quotidiano ripetersi orfano di passione, sino agli spasimi della fine quando la luce del sole scende ed oscura gli interni.
Frame letteralmente vuol dire fotogramma, singola immagine visualizzabile da un nastro videomagnetico così l’opera di Alessandro Serra è costituita da fotogrammi che si animano in un silenzio di solitudine e come a tenere assieme i personaggi intrappolati nello spazio dell’attesa, a tessere i fili di una storia che non esiste, c’è quello che potrebbe essere l’alter-ego del pittore, il clown di Soir Blue anche lui così tristemente malinconico, talmente sul ciglio della vita, così impregnato di incomunicabilità senza speranza da non riuscire minimamente ad interagire con nessuno dei vari personaggi, tanto che quando lui entra i scena tutti gli altri vanno via.
Il valore aggiunto di Frame è dato dall’uso sapiente della luce, curata dallo stesso Alessandro Serra, la stessa luce che ritroviamo nei dipinti di Hopper, squadrata e crudele, la luce che inonda e modula la scena, la luce che trasforma gli spettatori in personaggi senza pensieri, concentrati, silenziosi, attenti osservatori dello scorrere di una magia, la luce che unitamente alla bravura di tutti gli attori fa di Frame uno spettacolo di spiazzante bellezza.
Francesco De Masi
Foto di Alessandro Serra