Aggie: una giovane cantautrice che ama la trap e che lotta per ciò che vuole
Dal paese che imprigiona alla città, Milano, che dona un senso di libertà, luogo in cui Aggie, all’anagrafe Agnese Tomasini, ha deciso di studiare e farsi influenzare da tanti generi musicali diversi. Un paio di mesi fa il debutto con il suo primo singolo “Amo Top” a cui ora è seguito “Bimba”, costruito su un beat trap preso dalla colonna sonora di “La Sposa Cadavere” di Tim Burton. Abbiamo fatto qualche domanda a Aggie per conoscerla più a fondo.
“Bimba” è una tua biografia condensata in due minuti, quando l’hai scritta? Ora aggiungeresti qualcosa?
L’ho scritta e prodotta nell’estate 2019, e registrata a più riprese nel corso del 2020; mi rappresenta tuttora perfettamente, non la modificherei per nulla.
In “Bimba” canti “ho lottato per ciò che volevo”, a cosa ti riferisci in particolare?
Faccio riferimento al mio percorso in terapia; da due anni e mezzo vedo una psicologa circa una volta a settimana, ed è il percorso più formativo che io abbia mai vissuto. Ci tenevo assolutamente a parlarne e a condividere gli effetti a dir poco benefici che ha avuto su di me e sulla mia vita. Volevo stare bene, volevo sistemare un po’ di cose del mio passato, e poco a poco, e non senza fatica, ci sono riuscita e ci sto riuscendo tuttora.
Girerai un videoclip di “Bimba”?
Mi piacerebbe un casino! Per ora non è in programma, ma non abbandono l’idea.
La scelta di partire dal sample tratto dal film di Tim Burton “La Sposa Cadavere” a cosa è dovuta, in che modo ti ritrovi tra quelle note”?
Nello specifico ho campionato l’intro dell’assolo di piano di Victor, un pezzo che io stessa suonavo al pianoforte quando ero più piccola; quel film è uno dei miei preferiti da sempre, e quell’assolo ha un potere introspettivo fortissimo per me, rappresenta qualcosa di molto intimo, ho sempre amato ascoltarlo e suonarlo.
“Bimba” ha in copertina la tua versione manga, in cosa ti ci rivedi?
Penso che per il modo che ho di rappresentare e raccontare me stessa, per la mia personalità, i miei gusti e il mio stile, mi vedrei molto bene come personaggio di un anime o manga; la protagonista di una storia, con il suo mondo, i suoi amici e le sue disavventure.
Hai iniziato a scrivere canzoni poco più di due anni fa; “Amo Top” e “Bimba” sono le prime che hai composto?
In realtà no: il primo pezzo che ho scritto dall’inizio alla fine è una ballata indie rock, in stile Fast Animals and Slow Kids, una lettera d’amore per una città che mi mancava tanto. Poco dopo ho iniziato a produrre su Ableton e ho creato i miei primi esperimenti, che non escludo possano venire alla luce prima o poi. “Bimba” è stata una delle mie prime creazioni.
Come hai scelto di cimentarti nella trap e quali sono i tuoi artisti di riferimento?
La trap è un genere che amo da tanti anni; mi facevo scorpacciate di pezzi e di remix trap su YouTube da prima che venisse adottata come genere prediletto del rap. Infatti è proprio come genere strumentale che mi ci sono affezionata molto. La trap mi fa divertire da sempre, mi fa sentire proprio come una bimba, motivo per cui ho voluto scrivere un pezzo che fosse solo mio e con il quale potessi raccontarmi e divertirmi.
Quali sono i tuoi prossimi progetti, stai lavorando a un disco o a un nuovo singolo?
A breve uscirà il mio terzo singolo, che non vedo l’ora di pubblicare. Ho altri pezzi in via di costruzione o già pronti, ma per il momento non sto pensando a un disco, perché è un progetto molto ambizioso. Preferisco lavorare per singoli ancora per un po’ e capire più a fondo quale stile di produzione e scrittura mi rappresenta meglio. Il disco è però un progetto a cui penso dal giorno zero, e che voglio assolutamente realizzare una volta che sarò più avviata e avrò trovato ancora di più me stessa nella scrittura.
Roberta Usardi
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