“Acque formate” di Riccardo La Cognata
L’autore
Riccardo La Cognata scrive il suo terzo romanzo, “Acque formate” (Ventura Edizioni, pp. 293, euro 15), e lo fa scrivendo il secondo capitolo della serie iniziata con La Transazione. Acque Formate non ne è il seguito bensì uno spin-off, che vede la sicaria libanese Naima Karame, donna attenta, scrupolosa e a sangue freddo, lavorare per conto di un uomo misterioso che si fa chiamare Alto.
I personaggi e la storia
Il lavoro che questa volta il misterioso Alto consegnerà personalmente a Naima sarà molto importante: non tanto per chi dovrà uccidere, ma per cosa cercheranno di sventare! La mercenaria, con l’aiuto del supporto Folco Arelsi, concessogli da Alto, si troverà alle prese con un’organizzazione terroristica che cercherà di portare morte e caos in Europa, utilizzando l’acqua come vettore di diffusione di un virus. L’obiettivo dietro a questa cospirazione è quello di guadagnare un sacco di soldi attraverso la vendita dell’antidoto. In tutto questo sfondo spionistico, troviamo Giovanni, un adolescente bullizzato che, per una pura coincidenza, incontrerà Naima e da questo incontrò seguiranno una serie di “sfortunati eventi” in cui anche il ragazzo sarà coinvolto. Inoltre, un omicidio-suicido famigliare non sfuggirà a un poliziotto tedesco, Klaus, che nonostante la pensione, cercherà di trovare le risposte a questa particolare strage. La sua ricerca lo porterà ad incontrarsi per qualche motivo, con Alto.
Come in un film
I 37 capitoli permettono di godersi la lettura a piccoli passi. Infatti, fra un capitolo e l’altro, ci sono salti temporali e spaziali che alimentano la curiosità e il desiderio di girare un’altra pagina, leggere un altro paragrafo. Le parole scorrono via come la pellicola di film di spionaggio: tensione e azione fanno da contorno alla storia che l’autore ci racconta. La giusta dose descrittiva dei luoghi e del contesto, fa immergere e concentrare il lettore sui fatti e sulla trama, ricca di atmosfera e dialoghi, interiori e non, che alimentano la vena crime del testo. Simpatico anche l’uso di diverse lingue, durante lo scorrere delle pagine, nonché di dialoghi intrisi di un dialetto del sud Italia. Un libro sicuramente adatto agli amanti dei racconti di spionaggio e di avventura.
Pietro Luiso