“Acchiappasogni” – Il giallo di Marco Monelli
“[…] perché sono gli anni più importanti della vita, perché i bambini sono come delle statue in creta ancora grezze, che vengono modellate dal vento e dal passaggio di tante mani, tante dita che lasciano il loro segno su quella superficie ancora morbida e modellabile, finché non prendono una forma precisa e da lì in avanti immutabile, perché la creta, dopo poco tempo, si solidifica e non può più essere modellata. Quel che è fatto è fatto, ormai e se si vuole modificare qualcosa possiamo soltanto intagliare, scalfire, storpiando dolorosamente la superficie, la pelle e l’anima.”
Quelle mani sono le mani del mondo che ci circonda e possono intervenire su di noi soltanto quando siamo bambini. Alberino è un piccolo paesino abbarbicato tra gli appennini, perlopiù è abitato da anziani che generano un allegro cicaleccio, denso di pettegolezzi rionali, tipico di quei posti che non viaggiano di pari passo con il progresso. Rocco Briciola ha un piccolo negozio di generi alimentari, durante i suoi fine settimana va a funghi tra le montagne, dove costringe il piccolo Andrea ad accompagnarlo. La mentalità del luogo è ermetica, piatta e dunque priva di stimoli, Rocco ne è assuefatto. La perdita della tranquillità avviene con la morte di Rebecca, famosa modella dal passato turbolento a causa della sua dipendenza da alcol e droghe, amica d’infanzia del protagonista. Rebecca si suicida e facendolo appende al balcone, da cui si lancia nel vuoto, un’acchiappasogni. L’acchiappasogni sconvolge Rocco, perché rappresenta il segnale che Rebecca utilizzava quando aveva bisogno di lui, del suo aiuto per scacciare il mostro dalla sua stanza. Da piccoli, ogniqualvolta Rocco vedeva l’acchiappasogni alla sua finestra, si precipitava da lei per salvarla.
I bambini vivono in un mondo ovattato, in cui fantasia e realtà si fondono creando una dimensione parallela, che custodisce la loro innocenza. Hanno degli idoli, i genitori, che per distrazione diventano spesso per loro irraggiungibili; vorrebbero tanto somigliare loro e riceverne consensi, ma queste sono mere speranze vanificate dalla superficialità degli adulti verso la loro sensibilità. I bambini, spesso ingoiano il groppo pesante della delusione e vanno avanti, seppur feriti, vivendo in mondi fantastici, a volte però, popolati da mostri spaventosi che li bloccano nel gelo della consapevolezza e della angherie a cui sono sottoposti i loro corpicini innocenti, le loro anime macchiate dalla vergogna, dallo sporco, dal senso di sbagliato. Ciò li marchia a vita, generando gli esseri che saranno domani. Questa è la storia di Rebecca, in tutta la sua crudezza. Ma in realtà, prima di morire, cosa voleva comunicare a Rocco. Quale è il messaggio, il mistero da svelare?
Rocco diventa protagonista, d’azione di un noir, affiancato dalla sorella ribelle, Linda, che lo traghetta in una nuova dimensione a lui sconosciuta, quella della città caotica, a cui non è proprio avvezzo. Calamandrei, il commissario, con la sua pacatezza e con il suo ragionamento arguto, riesce a percepire il filo di Arianna che lega tutti i personaggj, da Kaleb a Rebecca, a Michelangelo Rinacci fino al detective Costa e ancora alla sorella di Rinacci.
Marco Monelli in “Acchiappasogni” (Porto Seguro, 2019, pp. 700, euro 20.90) usa un linguaggio semplice, scorrevole denso di particolari ma, allo stesso tempo, profondo. Un libro da leggere attentamente vista la complessità e il peso degli argomenti. Pagina dopo pagina, il lettore ha i sensi sempre più allertati per percepire i particolari, le sfumature che compongono il quadro finale di tutta la vicenda.