A PALAZZO STROZZI DI FIRENZE LA MOSTRA “VERROCCHIO IL MAESTRO DI LEONARDO”
Dopo la splendida retrospettiva su Marina Abramovic, Palazzo Strozzi torna al Rinascimento con “Verrocchio, il maestro di Leonardo” – dal 9 marzo al 14 luglio 2019 tutti i giorni, inclusi i festivi, con orario 10-20 – mostra, curata da due tra i maggiori esperti dell’arte del Quattrocento, Francesco Caglioti e Andrea De Marchi e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la National Gallery of Art di Washington DC. Il museo americano infatti sarà la seconda sede dell’esposizione, dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020.
La mostra, oltre al piano nobile di Palazzo Strozzi, interessa anche il museo nazionale del Bargello, dove sarà ospitata per tutta la durata dell’evento una sezione speciale. Un grande evento espositivo che porta in città opere provenienti dai più importanti musei internazionali e da prestigiose collezioni del mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Victoria and Albert Museum di Londra, le Gallerie degli Uffizi di Firenze. L’esposizione raccoglie insieme per la prima volta capolavori del Verrocchio e opere dei più grandi artisti della seconda metà del Quattrocento legati alla Bottega del Maestro, come Domenico Ghirlandaio, Botticelli, Perugino e Leonardo Da Vinci del quale si possono ammirare sette opere alcune delle quali esposte per la prima volta in Italia. Grazie ai capolavori esposti è possibile conoscere da vicino la figura di Andrea del Verrocchio, ma anche ammirare inediti confronti con i suoi allievi, primi fra tutti Leonardo, di cui si possono vedere gli esordi con la produzione artistica del periodo fiorentino del genio toscano tra il 1460 e il 1490. Verrocchio, che ha plasmato l’arte di Firenze negli anni di Lorenzo il Magnifico, qui si presenta come bronzista e pittore, anche se le sue due maggiori “pale”, Il Battesimo di Cristo e la Madonna della Piazza, furono eseguite o almeno completate da altri. Ma come avrebbero potuto imparare da lui Perugino e Leonardo, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi se egli non avesse insegnato loro con l’esempio? La mostra è dunque questo, una sorta di albero genealogico – artistico centrato sul Maestro, ma espressione nel contempo di un’intera epoca. Fra opere plastiche e disegni, dipinti e marmi, si mette in scena un maestro sperimentatore come pochi. Per questo universale.
Stefania Meo