A Palazzo Pitti – Il Settecento inatteso
Conta più di 500 dipinti la collezione di opere del Settecento della Galleria degli Uffizi di Firenze, ma purtroppo non sono note al grande pubblico sia perché le sale dedicate a questo settore sono chiuse ormai da alcuni anni sia perché, di fatto, il Settecento – quando si parla di Uffizi e di Firenze – non è un riferimento culturale classico, poiché in genere si rimanda in maniera immediata al periodo Rinascimentale.
Eppure la piccola brillante rassegna di 17 opere IL SETTECENTO – UNA SELEZIONE, scelte dalla curatrice Alessandra Griffo ed esposte a Palazzo Pitti fino al 15 di aprile, costituiscono un excursus se non completo comunque molto rappresentativo di un secolo che, pur non elevandosi ai fasti e allo splendore del Rinascimento, segna comunque nelle arti in genere e nella pittura in particolare una piccola rivoluzione. Uno per tutti il “Ritratto della donna che legge” (forse Maria Adelaide di Francia) ci ricorda, se mai ce ne fosse bisogno, che sino ad allora alle donne era proibito leggere. Così come appare emblematica anche la restituzione dei bambini allo status infantile, rappresentati non più negli abbaglianti abiti di corte e in innaturali pose da adulti ma per quello che sono, cuccioli di uomo, vestiti con semplicità e inseriti in colorite scene familiari.
È una mostra che si concentra sul Settecento laico poiché dalla selezione veramente di qualità sono state volutamente esclusi dipinti a carattere religioso, favorendo al contrario i ritratti ed i paesaggi, Roma, Firenze e le meravigliose vedute di Venezia del Canaletto. È un’esposizione che ci prende per mano e senza alcuna fatica ci conduce nei sentieri della pittura illuministica, in un assaggio prezioso di cultura finalmente europea, dove le barriere si infrangono lasciando spazio a scambi e influenze tra artisti di ogni genere, sottolineando ancora una volta la centralità artistica della città di Firenze.
Francesco De Masi
Foto Archivio Ufficio Stampa