A difesa della cultura: a Palazzo Arsenale la stagione estiva del Teatro Regio
In centro a Torino, a due passi da Porta Nuova, c’è un edificio sconosciuto ai più: si tratta del Comando per la Formazione e Scuola d’Applicazione dell’Esercito Italiano, perla barocca recentemente ristrutturata e ora accessibile al pubblico. Costruito per ordine di Carlo Emanuele III, nel 1752 era già operativo: vi insegnarono Lagrange e Plana, e vi studiarono (tra gli altri) Cavour, Lamarmora, Cadorna e Diaz. Nel corso dei decenni il palazzo ha ospitato l’Accademia delle Scienze, il Politecnico, e ancora oggi il 15% dei militari italiani passa da lì per formarsi e studiare. Inoltre, nel 1861, qui si è costituito per la prima volta il Regio Esercito Italiano. I restauri sono costati 770mila euro, ma la facciata angolare tra via dell’Arsenale e via dell’Arcivescovado ancora non è stata ultimata. Il Comando è stato ribattezzato Palazzo Arsenale, più breve e incisivo, ed è stato scelto come sede della stagione estiva del Teatro Regio, che giustamente cercava un luogo dove poter accogliere più di cinquecento persone. Nello specifico, il palco è stato montato nel cortile del palazzo, che a detta del Generale Salvatore Cuoci è il più grande della città: effettivamente si tratta di un ampio spazio arioso e opportunamente illuminato, un vero e proprio cortile d’onore, un cavedio in pietra di Luserna che già da solo ha l’aspetto di una scenografia teatrale.
Martedì 1° giugno, con la conferenza stampa di mezzogiorno, è stato presentato quindi il programma del festival estivo. Per primo è intervenuto il padrone di casa: il Generale di Divisione succitato ha ringraziato i ministri Guerini e Franceschini (Difesa e Cultura), e ha spiegato che l’intento dell’esercito, laddove possibile, è di rendere le caserme fruibili per la comunità (il che è chiaramente encomiabile). Riteniamo che il teatro sia lo strumento ideale per difendere la nostra identità culturale in questi tempi difficili, ha dichiarato. La parola è passata poi a Rosanna Purchia, Commissaria Straordinaria del Regio, che ha ringraziato il pubblico e i giornalisti per poi introdurre tutti gli altri ospiti di calibro che hanno collaborato affinché la stagione potesse aver luogo: c’erano Francesco Profumo, dal 2016 Presidente della Compagnia di San Paolo, che ha finanziato quasi tutto il restauro del cortile e che da sempre lavora a favore della cultura; il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti, che si occuperà dei tamponi per le maestranze; il Presidente della Camera di Commercio, entusiasta di poter lavorare in termini turistici; il Direttore di Piemonte dal Vivo e via discorrendo.
Il fulcro di tutto, comunque, è il cartellone: il Direttore artistico Sebastian Schwarz ha selezionato quattro opere, due cammei, dieci concerti, due opere per bambini e una lezione aperta di avvicinamento al canto corale. Si parte martedì 15 giugno con L’elisir d’amore di Donizetti nella versione di Fabio Sparvoli diretta da Matteo Beltrami, regia produzione già collaudata in passato. Ci sono poi Madama Butterfly, Pagliacci e Il barbiere di Siviglia. I due intermezzi settecenteschi saranno La serva padrona di Pergolesi e Pimpinone, ovvero le nozze infelici di Telemann. Molto accattivante l’iniziativa di luglio su Strehler, celebrato a cento anni dalla nascita con uno spettacolo in prosa. Si spera, infine, che il Maggiore Filippo Cangiamila, direttore della Banda dell’Esercito, accetti di chiudere il cartellone a settembre.
Per quanto riguarda i biglietti, il Regio si è impegnato per rendere i prezzi accessibili a tutti. E noi, nel nostro piccolo, ci sentiamo di affermare che ci siano riusciti: nulla va oltre i cinquanta euro, e soprattutto sono state create delle formule molto economiche in termini di abbonamenti. Per maggiori informazioni, si può consultare facilmente il sito del Teatro Regio.
Ci vediamo quest’estate in via Arsenale.
Davide Maria Azzarello
In copertina, immagine realizzata da Sara Rambaldi.