Un politico di successo, da poco diventato ministro, molla i suoi amici e la sua compagna e si immerge nel mondo dorato della politica romana, fatto  di salotti esclusivi e buone frequentazioni.

Il protagonista, interpretato dal bravo Simone Montedoro, già noto al grande pubblico per aver recitato in alcune famose fiction televisive al fianco di Terence Hill, rappresenta un politico rampante, ignorante, ma di buon cuore. Si vergogna dei suoi  vecchi amici di Tor Pignattara, ha lasciato la sua compagna, ballerina di lap dance che aveva avuto una figlia che lui aveva di fatto adottato prima di sparire, per evitare che la sua non convenzionale vita privata potesse provocare uno scandalo, in grado di danneggiare la sua lanciatissima carriera politica. Eppure, per uno scherzo del destino, rappresentato da una dis-percezione spazio-temporale di dubbia riuscita, il protagonista si ritrova a invitare involontariamente i suoi vecchi amici, di bassa estrazione sociale, in casa sua a capodanno. Nel mentre,  il ministro invita anche tutti gli esponenti dell’alta società politica romana, di cui si serve per mantenersi aggrappato al potere. Attraverso una serie di dialoghi brillanti e a tratti anche di indubbio valore drammatico, a poco a poco il protagonista si riappropria della sua identità, capisce che chi sono le vere preziose persone che illuminano la sua vita e rompe con i cliché di un’alta società comoda, ma vuota dal punto di vista affettivo e relazionale. 

Con il riscatto morale e l’inno all’amore e al valore dell’amicizia si chiude la commedia “A capodanno tutti da me”, segnata dalle buone prove attoriali di Giancarlo Ratti, Emanuela Fresi, Roberta Mastromichele e di un ottimo Toni Fornari, che tiene magnificamente la scena con le sue battute fulminanti. Meno convincente la regia, nella costruzione della trama di una storia che comunque si fa apprezzare, come sempre avviene per gli spettacoli rappresentati sul palcoscenico del Teatro Moderno di Latina.

Alessandro De Luca