82Eddie Newquist e l’ascesa del transmedia storytelling
A Tempo di Libri c’è spazio per affrontare qualunque genere di argomento, c’è anche un posto speciale, uno d’onore per il transemedia storytelling. A sviscerare l’argomento e ad addentrarsi in tutte e sue sfaccettature è un ospite internazionale, il regista Eddie Newquist, direttore creativo di GES, società statunitense specializzata nella creazione di eventi, mostre e installazioni. Newquist nel mese di maggio 2018 porterà a Milano l’attesissima mostra di Harry Potter – Harry Potter, the Exhibition – un’esperienza indimenticabile che permetterà a tutti i fans della saga di calarsi nel mondo più magico e conosciuto della letteratura contemporanea.
Il regista, per addentrarsi nella questione è partito da lontano, da quelle che possono essere considerate le origini del transmedia storytelling, dai fenomeni letterari che sono stati trasposti al cinema e che anno ammaliato, avvolto e accompagnato intere generazioni di giovani e meno giovani. Il mago di Oz e i film d’animazione di Walt Disney, ispirati alle più celebri favole, sono stati il trampolino di lancio per una narrazione che intersecasse tra loro una vasta pluralità di mezzi. Pensare che un romanzo possa venir trasposto in film e proiettato sul grande schermo è ormai entrato nella quotidianità e nella convenzionalità di un mondo che vive e si rinnova attraverso il concetto di immagine, ma ciò che suona, almeno qui in Italia, ancora stridente è il passaggio da puro entertainment a fonte di immedesimazione. Sono le convantion, i cosplayer, i parchi a tema sempre più evoluti e tecnologici a suggerire la strada che avvicina i millanials ai loro sogni di adolescenti, ad un continuo stimolo della loro immaginazione.
Vestirsi da personaggio di una saga, precisa Newquist, equivale all’entrare in contatto, attraverso un legame quasi simbiotico, con il personaggio che si ama, viverlo; conoscerlo e finire con il modellarlo su se sessi, snaturandolo, arricchendolo e mutandolo in un accessorio il più possibile adatto al soddisfare le nostre esigenze. La mostra di Harry Potter, svela smaccatamente l’americano, permette ad ogni visitatore di vestirsi e di calarsi nel ruolo di uno dei suoi beniamini, e di poter, una volta indossati i suoi panni, vivere l’emozione e la magia di un giorno a Hogwarts.
Simulare e dissimulare diventa per le nuove generazione la più concreta e tangibile forma di stimolo immaginativo, questo li porta a sfidarsi e a mettersi in gioco, concedendo loro anche la possibilità di creare nuove storie e nuovi personaggi. Le fan fiction e i giochi di ruolo diventano l’occasione migliore per apprendere come ci si esprime, come si inventa, come si ragiona e come ci si può inserire in un’ottica di scrittura creativa. Il libro, che è la fonte di partenza, non deve però essere abbandonato o dimenticato, precisa il regista, bisogna sempre aver chiaro in mente il suo ruolo di iniziatore di una tradizione e di un prototipo di narrazione di base solida e sicura alla quale potersi sempre appellare.
Tra le criticità, Newquist non lo nasconde, emerge quella di poter a poco a poco allontanarsi sempre più irrimediabilmente dalla realtà, incentivando un’evoluzione spropositata del tasso di virtualità. Confondere concretezza e astrazione, vita e sogno, bisogni e desideri rischia di azzerare le individualità e le menti dei più giovani che si lasciano conquistare dall’irraggiungibile comodità di un mondo perfettamente calibrato e costruito su misura. Sta al singolo sapersi imporre dei limiti restando ancorato con i piedi per terra e sviluppare solo determinate capacità cognitive che lo spingano a rifugiarsi in una dimensione onirica e surreale.
“Il gioco è gioco, non vita reale” sottolinea abbondantemente, con risolutezza Eddie Newquist che, con il suo prezioso intervento, dimostra di aver raggiunto una strategica stabilità che gli consente di svolgere al meglio il suo lavoro, senza mai farsi coinvolgere eccessivamente da una dimensione artefatta e riconducibile solo ad uno stato immaginativo. L’intelligenza sta nel saper dosare e amalgamare diligentemente le percentuali delle componenti chiamate in causa. Rinnovando caldamente il suo invito a visitare la mostra di Harry Potter, il super ospite conclude rimarcando la sua determinata convinzione nel potere delle contaminazioni e delle ibridazioni in un mondo in cui la purezza primordiale ha, giorno dopo giorno, vita sempre più breve.
Benedetta Pallavidino