NATALE IN CASA CUPIELLO di Antonio Latella all’Arena del Sole di Bologna
Dapprima si presentano in scena gli attori tutti schierati in fila, di fronte al pubblico con gli occhi bendati che narrano all’unisono tutto il testo, didascalie comprese. Man mano che ciascuno di loro entra nel ruolo del proprio personaggio, tolgono la benda dagli occhi. Sullo sfondo della scena fa capolino una grande stella cometa, simbolo del Natale.
Luca Cupiello (Francesco Manetti), il protagonista, dà le indicazioni a tutti gli altri attori, racconta e spiega le scene narrate al pubblico. Sin dalle prime battute dei personaggi appaiono chiare le dinamiche di famiglia: un padre accondiscendente che vive nell’ingenuo candore della sua ignoranza e una madre (Monica Piseddu) molto protettiva e accondiscendente nei confronti dei figli.
Gli equilibri interni della famiglia oscillano tra quelle che sono le aspirazioni dei genitori per i propri figli e la libertà di questi ultimi, ciò che la società impone di essere, modelli che spesso appaiono vuoti di senso e generano risentimento e odio nei confronti di un perbenismo che è solo formale. Così vediamo che Ninetta, la figlia di Luca Cupiello, spinta dai suoi ad un matrimonio di convenienza, si abbandona al tradimento, causando la rottura del suo matrimonio e la crisi di nervi del padre che, in preda alla disperazione, vede il fallimento dei suoi sacrifici. Il terzo atto è quello più straziante e più amaro, tra i personaggi spicca Tommasino (Lino Musella), il figlio del protagonista che si prenderà la grande responsabilità di mettere fine alle sofferenze del padre.
Da questa rappresentazione teatrale – all’Arena del Sole di Bologna dal 14 al 18 dicembre – appare chiara l’intenzione di superare la tradizione, attraverso la reinvenzione dell’atto scenico. Da un punto di vista squisitamente artistico Antonio Latella mette in scena una teatralità non del tutto condivisibile che può risultare eccessiva e impegnativa per gli spettatori, una sorpresa per chi pensava di ritrovare lo spettacolo famoso e amato di De Filippo e ne è rimasto perplesso o deluso. In questo caso il teatro si offre come luogo di confronto, discussione e scontro dialettico tra sbadigli e applausi del pubblico.
Marianna Tota
Foto di Brunella Giolivo
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