120 chili di coraggio al Kitchen di Vicenza
Chi esce dal teatro, esce meglio di quando è entrato.
Più aperto, più lucido e più irrequieto.
Nella bellezza ci sono risa, c’è commozione, ma soprattutto c’è verità.
Césare Brie
Sold out per César Brie, in scena il 6 aprile al Kitchen Teatro Indipendente con “120 chili di Jazz”, spettacolo di cui è regista e interprete.
La storia è quella di Ciccio Méndez, uomo di 120 chili, innamorato della ricca Samantha Mariana e per la quale decide di intrufolarsi alla sua festa, fingendosi contrabbassista del gruppo jazz, anche se non sa assolutamente suonare lo strumento. César Brie, nato in Argentina e vissuto in Italia e in Bolivia, ha un curriculum teatrale e umano degno di nota, a cominciare dall’autoesilio dalla terra boliviana, a seguito di una documentazione di un pogrom contro il popolo indigeno. L’umiliazione e il pestaggio subito dai campesinos nel 2008 vengono citati nello spettacolo e questo svela l’artefizio di un’ironia e di una leggerezza che sono sempre complici della profondità del comico che si fa interprete e messaggero di chi voce non ha.
Il pubblico viene coinvolto più volte, l’attore non lascia scampo alla noia, è travolgente nel racconto, nella trasformazione, nel ballo, nel raccontare una storia che è tante storie. La musica conduce il gioco e César Brie è in grado di accendere numerosi riflettori, senza giudizio, ma con richiesta di pensiero critico. Attento alle culture, alla territorialità, con un sano magnetismo narra consapevolmente anche di corruzione, razzismo, fasce sociali differenziate, la fame di vivere e di essere riconosciuti come esseri umani.
Ciccio Mendéz è un simbolo, un capro espiatorio, un ponte sottile tra il possibile e l’impossibile. La differenza sta solo nell’attraversare, nel muoversi, così come ha fatto egregiamente l’attore argentino.
Silvia Paganini