“DA CHI HO PRESO I MIEI OCCHI” – RICOSTRUIRE LA PROPRIA STORIA
“DA CHI HO PRESO I MIEI OCCHI” (Carthusia 2018, pp. 91 + 3 quaderni, euro 25) di Domenico Barillà, Margherita Gallina, Ornella Faranda ha un titolo fortemente evocativo: è un passo immediato nel passato, un deciso ritorno verso qualcuno prima e una profonda immersione verso se stessi poi.
È uno strumento prezioso per operatori, assistenti sociali, psicologi ed educatori, questo kit della cura e dell’aiuto, sperimentato all’interno del Progetto Texére. avviato con risorse della Fondazione Cariplo nell’ambito di Welfare in Azione. Contiene un manuale-guida dettagliata e tre quaderni da utilizzare a seconda dell’età dei bambini e dei ragazzi, che va dai 3 ai 14 anni. Il lavoro si suddivide in due parti: la proposta teorica dove avviene la conoscenza del bambino o del ragazzo, in cui è spiegato il ruolo dell’operatore che lo seguirà e gli strumenti che saranno utilizzati e la seconda parte che è quella inerente alla compilazione vera e propria dei “quaderni”.
Un importante progetto – pensato sulla scia del Life Story Book – avviato in primis dal comune di Rozzano e, in seguito, da altri undici comuni della Città Metropolitana di Milano e anche da organizzazioni del profit e del non profit del territorio; ed è stato condiviso, senza esitazione, dalla casa editrice Carthusia, visti la sensibilità e gli interessi comuni, soprattutto inerenti alla sperimentazione di forme di sostegno innovative.
Gli obiettivi sono quelli di promuovere la narrazione come un efficace strumento di aiuto e di agente del cambiamento, per dare continuità “alle storie interrotte o strappate”, riassegnando cosi significati alle vite, ricostruendo il passato di ognuno e restituendo così le basi per affrontare il futuro; costruire un dialogo con bambini e ragazzi che si trovano in situazioni critiche e delicate e con le loro famiglie, per riuscire ad arrivare alla ricostruzione della loro storia: dare loro una voce per dar loro finalmente la possibilità di raccontarsi in prima persona.
Marianna Zito